Per esperienza diretta posso dire che spesso libri di piccole dimensioni sono risultati dei libri bellissimi, non ne so spiegare con precisione il motivo, forse la concentrazione che non concede alibi, scrivere di quello con quelle precise parole, il gesto che si mantiene fresco, le parole che vengono dosate. Bastano due esempi come Lettera a D. di André Gorz e L'amico ritrovato di Fred Uhlman, senza parole. Si capisce che ho un'inclinazione particolare per i libri piccoli, anche se non significa poi molto, contano le necessità del raccontare più della lunghezza, viene prima di tutto la necessità che sia un libro riuscito e che riesca ad esserlo. Però sembra che agli editori non piacciano particolarmente, non so se è dovuto a questioni meramente economiche, ma i grandi best-seller sono sempre dei libri grandi e grossi, raramente sono dei grandi libri. I lettori sembrano seguire questa tendenza, o forse viene loro imposta a colpi di pubblicità, però spesso al mare gli ombrello...