Razzismo variabile



In occasione delle celebrazioni del 4 luglio per la nascita di Louis Armstrong (nato in realtà non il 4 luglio del 1900 come lui stesso ha sempre creduto, ma il 4 agosto del 1901 come scoperto successivamente dopo la sua morte) su Radio WKCR sono venuto a conoscenza di un particolare interessante a proposito di un film sul jazz che avrebbe dovuto essere realizzato da Orson Welles.

Ne parlava Phil Schaap, che può essere definito il maggiore esperto di jazz esistente, DJ, tecnico, studioso ed educatore coinvolto in gran parte delle maggiori scoperte di tesori della musica jazz che si credevano perduti, nel loro restauro e nella loro diffusione.

Schaap immagina anche la qualità che avrebbe avuto un simile progetto, che alla fine sfociò in un nulla di fatto e nella realizzazione invece del film New Orleans, in cui recitano niente di meno che Louis Armstrong e Billie Holiday.

È stata l'occasione per ascoltare la fantastica colonna sonora, e accennare a quanto il film sia orrendo, con Billie Holiday nella parte della serva, cliché vari sulla musica jazz, falsi storici e immancabile razzismo di fondo.

Per mia esprienza non mi risulta che nei film di Orson Welles invece ci siano elementi simili, a partire dall'immancabile serva di colore, cosa che invece accade nella maggior parte dei film del periodo (un periodo molto esteso tra l'altro, quello che cioè precede le battaglie per i diritti civili), anche in quelli considerati dei capolavori come Via col vento.

In questi casi ci si appella sempre alla realtà storica che, anche se spiacevole, era tuttavia realtà. La prima contraddizione sta nel fatto che pur essendo Orson Welles un uomo del tempo non si lasciasse andare a simili espressioni (e non è il solo). Chi poi conosce un po' la storia e il punto di vista di artisti come Billie Holiday saprà che no, non era accettato da tutti il razzismo come cosa normale, non lo è, non lo era e non lo sarà mai.

Schaap stesso ci parla di come è cambiata la percezione dei suoi studenti alla visione del film. Negli anni '60-'70 tutti avrebbero visto con chiarezza il razzismo che rappresentava. Mentre oggi viene visto come un film "vintage" e un po' trash. Innocuo insomma.

Come se l'ingiustizia del razzismo potesse variare nel tempo e a seconda delle circostanze. Che in effetti è una cosa che avviene nella Storia, di solito facendo tremendi danni (pensiamo al nazismo).

In ogni caso per fortuna c'è la musica a parlare chiaro a chi la sa ascoltare. A parte il rimpianto per aver perso l'occasione di realizzare un vero film sul jazz con i veri protagonisti ancora in vita, cosa che non è ancora avvenuta, intendo un vero film sul jazz, né potrà mai avvenire, non con quei protagonisti, rimane comunque uno spunto per una riflessione su tutto ciò.

Non mi piace New Orleans, tranne che per il fatto di poter vedere i miei idoli in video. Così come mi piace ancora di meno Via col vento per quello che rappresenta.

Perché la Storia non deve essere un alibi.

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